Mediolanum: i fasti della capitale imperiale
La storia e il nome stesso di Milano si legano da millenni a una posizione geografica molto favorevole, nel cuore di una pianura fertile e ben irrigata. Nel IV secolo avanti Cristo si stabilisce qui un insediamento di genti celtiche: a partire dal 222 avanti Cristo, quando i romani dilagano a nord del Po, il villaggio prende il nome di Mediolanum (“in mezzo alla pianura”), e progressivamente si trasforma in una cittadina di impianto urbanistico regolare e dalla sempre più positiva vita economica. L’affermazione di Milano come protagonista della storia e dell’arte occidentale avviene alle soglie del IV secolo d.C., quando l’imperatore Massimiano sceglie Mediolanum come residenza personale e sede imperiale romana (anno 286 dopo Cristo). L’infilata delle colonne corinzie davanti alla basilica di San Lorenzo è il più significativo resto della città imperiale, ma non mancano altri frammenti di sontuosi edifici. Notevole è la torre poligonale che anticamente faceva parte del Circo, e oggi inglobata nel rinnovato e gradevole percorso del Museo Archeologico.
L’editto emanato a Milano dall’imperatore Costantino nell’anno 313 conferisce piena legittimità al culto cristiano. L’edificio paleocristiano più spettacolare di Milano è la basilica di San Lorenzo Maggiore. Anticamente collegata al palazzo imperiale, la splendida chiesa a pianta centrale, circondata da una raggiera di cappelle (fra cui quella di Sant’Aquilino, decorata con meravigliosi mosaici), servirà da modello per le successive basiliche di San Vitale a Ravenna e di Santa Sofia a Costantinopoli, e poi ancora per la Cappella Palatina eretta da Carlo Magno ad Aquisgrana.
La produzione artistica milanese si giova della contemporanea presenza della esigente e sofisticata corte imperiale da un lato, e dall’altro di una crescente comunità di cristiani, raccolti intorno alla figura di sant’Ambrogio. Nella suggestiva area di scavi che si sviluppa sotto il sagrato del Duomo si riconosce il battistero fondato da sant’Ambrogio e da lui utilizzato nell’anno 387 per battezzare sant’Agostino. Ambrogio, proclamato Dottore della Chiesa e divenuto patrono di Milano, rimane attraverso i secoli il costante riferimento storico, morale, politico e spirituale per la città: va ricordato anche per la sua attività di animatore culturale, di poeta e musicista, di committente di opere di arte e di innovativi complessi di architettura.
Le basiliche fondate nel IV secolo da sant’Ambrogio, successivamente ristrutturate e ampliate, hanno un aspetto prevalentemente romanico: tuttavia, le affascinanti chiese di San Simpliciano e San Nazaro presentano consistenti parti delle strutture paleocristiane, mentre all’interno della basilica di Sant’Ambrogio rimane incastonato un gioiello, la cappella di San Vittore in ciel d’oro, rivestita da mosaici giustamente celebri.
A fronte di un contesto generale di progressiva difficoltà dell’arte classica, la produzione artistica milanese del IV secolo appare addirittura stupefacente. Nonostante la lontananza da cave di marmo statuario pregiato, la scultura tardoantica propone significativi capolavori, come il grandioso sarcofago “a porte di città”, utilizzato in età romanica come base per il pulpito della basilica di Sant’Ambrogio e il rarissimo ritratto dell’imperatrice bizantina Teodora (Museo del Castello Sforzesco).
L’aspetto più importante della produzione artistica milanese resta la lavorazione di oggetti preziosi. Nel Tesoro del Duomo, nei Musei del Castello Sforzesco e nella vicina Monza sono conservati diversi esempi di “dittici” in avorio del IV-V secolo, le coppie di placchette rettangolari utilizzate come legature per testi, finemente intagliate con vari temi: ritratti, scene allegoriche, cerimonie imperiali, ma anche scene della nuova religione cristiana.